La sessualità
Difficilmente la coppia che si presenta al terapeuta descrive con disinvoltura le proprie difficoltà, specialmente nell’ambito della sfera intima; timidezza e riserbo prevalgono in questo campo, anche se alcuni sintomi di rilievo riescono ad emergere già nella seduta iniziale, facendo intravedere i problemi impliciti, o gli episodi rimossi, che costituiscono il livello più profondo della crisi.
All’esperto succede spesso di verificare, in fase di terapia, che è proprio vero quanto asseriscono studi e ricerche: Il sesso, di cui tanto si parla e si scrive, costituisce di fatto un’incognita, un aspetto della vita arduo da affrontare. Difficile per i giovanissimi e i giovani, che credono di conoscerne i meccanismi, e impegnativo anche in una relazione stabile – dal momento che Il sesso è il primo fattore che subisca un mutamento profondo in tempi relativamente brevi. Il trasporto dei primi tempi sembra meno intenso, i problemi che si pensava di superare si sono aggravati, la costrizione dei vari impegni ha reso meno emozionante lo scambio erotico.
Di solito il “mutuo soccorso” e l’accordo familiare tra i partner bastano a scongiurare interrogativi troppo assillanti, o sentimenti di delusione totale (soprattutto quando ci si debba occupare dei figli, o dei genitori anziani), ma ci sono casi in cui le coppie più giovani avvertono con intensità il disagio di una sessualità riluttante, o insoddisfacente, in un quadro che interpretano come “disamore”, sconfitta, denigrazione dell’Io.
Che cosa cercherà di fare lo psicoterapeuta?
Aiuterà i due individui, prima ancora della coppia, a rintracciare la genesi del loro concetto di sesso, l’orientamento formativo che li ha condotti, o meno, alla maturità in quel senso; rivedrà con loro nozioni e messaggi interiori che possano aver influenzato o determinato il loro modo di essere nei confronti dell’amore fisico e della reciprocità affettiva. Infine il terapeuta stimolerà nella coppia il senso di libertà e di scelta: vivere la sessualità deve rappresentare un gesto disinteressato e generoso, non certo un “compito” assegnato schematicamente, da svolgere con diligenza!
Per amare se stessi, il proprio corpo e il corpo dell’altro, e comunque per accettarne la storia e le finalità, occorrerà ricostruire ogni elemento del rapporto, iniziando da quelli apparentemente più distanti dal tema che si sta affrontando.
In questo modo il terapista guiderà la coppia alla rivendicazione serena della propria modalità esistenziale, alla ricerca di una possibile e adulta felicità (che è semplicemente positività nei confronti di se stessi e degli altri): un modo di essere che tenga lontani gli stereotipi di qualsiasi natura, il coro delle convenzioni, i consigli teorici o a senso unico – sul tipo del “dover fare” o “dover essere” per ottenere certi risultati. Ogni coppia scoprirà da sola la strada: ritrovando l’intimità sessuale, modificandola, accettandone i limiti, rivedendo (in qualche caso) le finalità che ad essa vengono attribuite.